Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Comitato UNPLI ANCONA
C’è Suasa, che un tempo fu romana
s’apre ancora su la val Cesana.
Se di lacrime si fa un’ampolla,
non per pena, ma per suave cipolla
CASTELLEONE DI SUASA
Prenota un Tour, una guida
o chiedi info sul territorio,
su cosa vedere o degustare
Sua Maestà la Cipolla
Castelleone di Suasa la storia
Due prelibatezze, uniche e inimitabili, si nascondono a Castelleone di Suasa, una per il palato, l’altra per l’occhio della Storia. La prima è la Cipolla dolce di Suasa DOP, che trovate solo qui (quantomeno se volete “l’originale”!) e nel confinante comune di S. Lorenzo in Campo (PU); la seconda sono gli scavi dell’antica Città Romana di Suasa, imponente sito archeologico che conserva uno degli insediamenti meglio conservati in Italia. Un territorio nel cuore delle Marche, a breve distanza dalla costa adriatica, Castelleone di Suasa ha alle sue spalle la suggestiva quinta scenografica della catena montuosa del Catria e aperto verso la vallata del Cesano, con un centro storico che conserva ancora i tratti del borgo fortificato.
Un territorio capace di affascinare, attraverso un paesaggio caratterizzato da distese di colline e valli dove ancora si accolgono i ritmi della vita rurale, secondo la più radicata tradizione agraria marchigiana.
Pur se l’evoluzione architettonica del borgo segna in modo particolare i passaggi medioevali e rinascimentali, una delle principali ricchezze di Castelleone è senza dubbio l’antica Città Romana di Suasa, posta ai suoi piedi, nella vallata del Cesano. Dell’età romana abbiamo informazioni ad iniziare dalle prime fasi della romanizzazione delle Marche.
Già nel III sec. A.C., sulla riva destra del Cesano, nella località oggi chiamata Pian Volpello, sorgeva un centro dove era amministrata la giustizia.
È da questo primo nucleo che nella seconda metà del primo sec. A.C. nasce e si sviluppa la città romana di Suasa. Di questa città sorta lungo la strada diretta verso la costa, gli scavi hanno evidenziato diverse strutture tra cui una grande casa patrizia (la domus Coiedii) e l’anfiteatro, uno dei più grandi dell’Italia centrale.
Gran parte di questo comprensorio è visitabile oggi al pubblico nel Parco Archeologico di Suasa (la visita comprende la domus, la strada e il foro).
Dopo il declino dell’Impero, la città viene abbandonata nel VI secolo, anche a causa della guerra Greco-Gotica.
Per sfuggire alla guerra, parte degli abitanti si rifugia nella fortezza, primo nucleo dell’attuale Castelleone.
Eventi
Luoghi da visitare
Area Archeologica Città Romana di Suasa
(Via Pian Volpello - info@consorziosuasa.com).
Città romana fondata dai Galli Senoni, venne distrutta dai Goti di Alarico nel 409; i resti più importanti sono quelli dell'Anfiteatro e la Domus Coiedii. La Domus dei Coiedi, ampliata e abbellita nel II sec. d.C., risale nella sua fase originaria al II sec. a.C. e si colloca davanti alla strada proveniente da Senigallia oltre la quale si è scoperta un'ampia area di edifici pubblici, che costituiscono probabilmente l'antico foro di Suasa. La domus presenta numerosi pavimenti musivi di diversa iconografia e cronologia ed anche dei dipinti ad affresco, presenti nella stanza da letto.
I ritrovamenti sono tra i meglio conservati dell’epoca romana: il graduale abbandono dell’area, a partire dal VI secolo, ha fatto sì che la zona giungesse a noi priva di quella continuità di insediamento e di quelle sovrapposizioni che avrebbero reso difficile la ricerca archeologica e la musealizzazione delle strutture rinvenute.
Con ogni probabilità Suasa, come la vicina Ostra, nacque in seguito alla "Lex Flaminia de agro Gallico et piceno varitim dividundo" del 232 a.C. che portò ad una massiccia presenza di coloni romani.
Centro storico
Il centro storico di Castelleone di Suasa presenta una pianta a conformazione di derivazione medievale, racchiuso da alte e solide mura comprendenti la rocca, il castello, la chiesa parrocchiale, il rinascimentale palazzo Della Rovere e la piazzetta che si aprono su scorci suggestivi della vallata del Cesano.
Palazzo Della Rovere
(XVI sec.) In stile rinascimentale con portale del cinquecento, conserva testimonianze archeologiche dell’antica Suasa ed un artistico pozzo nel cortile interno. In questo monumentale edificio è vissuta l’ultima duchessa d’Urbino Livia della Rovere, che vi morì nel luglio del 1641. A lei si deve la creazione di uno dei primi Monti di Pietà di cui, ancora oggi si conserva l’immagine che ne indicava la collocazione. È stato realizzato sul finire del Cinquecento da Ippolito Della Rovere, marchese di San Lorenzo in Campo e signore di Castelleone, poi passato alla figlia Livia Della Rovere, dopo la morte del marito Francesco Maria II, sesto ed ultimo duca roveresco. Acquisito dal Comune di Castelleone di Suasa, viene destinato a sede museale nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’area archeologica: dal 2000 ospita il “Museo Alvaro Casagrande”, con i numerosi reperti provenienti dal Parco archeologico dell’antica città romana di Suasa.
"A. Casagrande"
(Via Ospedale, 7 - info@consorziosuasa.com)
Il museo è disposto su due piani. Al piano terreno un settore polivalente, con sala multimediale e aula didattica, nel cortile e nel corridoio trova posto il lapidario, con statue, rilievi ed epigrafi provenienti dalle esplorazioni dell'area archeologica dell'antica città. Dalla grande scalinata si sale al piano nobile, dove una sequenza di sale conduce alla visita dei reperti provenienti dagli scavi che il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna effettua dal 1989 nella città di Suasa. Nella prima sala le decorazioni parietali recuperate nella domus Coiedii e nella “domus repubblicana”, un patrimonio unico in ambito regionale. Nella seconda sala sono esposti gli oggetti di vita quotidiana recuperati nella domus Coiedii e la splendida testa marmorea dell'imperatore Augusto. Nella terza sala i reperti che testimoniano la fase repubblicana e tardo repubblicana di Suasa. Nella quarta sala si trovano i materiali provenienti dalle aree pubbliche della città, in particolare dall'area del Foro e dalle necropoli.
Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo
(XVI sec.) Posta all’interno della cerchia muraria medievale, è stata ampliata a più riprese e conserva all’interno il tempietto di San Pietro Martire, patrono del paese. L’attuale chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo risale agli anni a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento, in sostituzione della precedente e più piccola chiesa di San Pietro situata sulla soprastante Rocca e non più adatta a svolgere le sue funzioni. Anche la realizzazione di questa nuova chiesa parrocchiale si deve ai fratelli Giuliano e Ippolito Della Rovere, abate dell’Abbazia benedettina di San Lorenzo il primo e marchese dello stesso luogo, nonché signore di Castelleone, il secondo. Originariamente ad una sola navata, la chiesa è oggi a tre navate, una su ciascun lato dell’originaria navata centrale, con l’abside semicircolare che oltrepassa la cinta muraria del castello. Le decorazioni del “catino” dell’abside sono opera dei decoratori ostrensi Marcantonio e Tarcisio Bedini, padre e figlio, mentre le tre porte di bronzo di accesso alla chiesa sono state donate dalla famiglia del comm. Cristoforo Marcelli e sono state realizzate nel 2003 dallo scultore Ubaldo Ferretti di Grottammare.
Chiesa del SS. Crocefisso o di San Francesco di Paola
(XVII sec.) Coeva all’annesso convento dei Frati Minimi, del quale fa parte, la chiesa è dedicata al Santissimo Crocifisso. L’edificio sacro, più noto come di San Francesco di Paola per via del quadro ora posto sulla parete absidale entro un tempietto in marmo policromo, ha una sola navata ed originariamente disponeva di quattro altari laterali di cui ora rimangono le soprastanti strutture a rilievo in stile barocco, all’interno delle quali sono collocati i seguenti quadri: sul primo a destra l’Assunta in cielo sopra un paesaggio agreste, opera seicentesca attribuita al pesarese Terenzio Terenzi, detto il Rondolino; sul secondo il Santissimo Crocifisso di buona fattura dipinto su tavola, coevo all’edificazione della chiesa ed un tempo sull’altare maggiore; sul primo altare a sinistra una Madonna del Carmine con Santi Carmelitani; sul secondo la Madonna con il Bambino e Santi Domenico e Caterina di pittore ignoto degli inizi del XVIII secolo. Sulla parete di sinistra dell’abside è invece presente la Madonna di Loreto e Santi, opera di Ascanio Casola del 1674. Oltre ai quadri, nell’edificio sono presenti anche due statue: l’Ecce Homo in legno dipinto di buona scuola ed una più recente statua in gesso e resina raffigurante San Francesco di Paola. La facciata, scandita da forme geometriche in rilievo ornate da due nicchie e due finestre, è sormontata da un timpano in stile barocco culminante con una croce ed è affiancata dal campanile che la collega architettonicamente al convento. L’insieme, con i suoi giochi di luci ed ombre, si presenta come una scenica chiusura della direttrice di sviluppo del centro abitato, un cui lato è scandito da un suggestivo loggiato.
La Rocca
È il primo nucleo difensivo medievale di Castelleone realizzato intorno al XI-XII secolo, sul margine di un dirupo che caratterizza il culmine della collina che sovrasta il fiume Cesano. La fortificazione ha forma rettangolare con i lati minori arrotondati ed al suo fianco si è poi sviluppato il primitivo borgo da cui è originato il “castello”, cinto anch’esso di mura e con una tessitura urbanistica più complessa. Rocca e castello si sono dovute adeguare alla conformazione morfologica del luogo ed alle linee di predominanza dell’unica strada di collegamento con l’Abbazia benedettina di San Lorenzo in Campo cui apparteneva il territorio. Con il passare del tempo le esigenze difensive si attenuano e la rocca perde la sua preminenza a vantaggio del sottostante castello che si sviluppa soprattutto con i Della Rovere: di fronte alla rocca nasce un nuovo borgo esterno alle mura castellane e lungo la linea di predominanza determinata dalla strada di collegamento con San Lorenzo in Campo. Farà seguito, a partire dal Seicento, una nuova direttrice di sviluppo lungo la strada di accesso al convento dei frati Minimi di san Francesco di Paola, voluto dai fratelli Giuliano e Ippolito Della Rovere.
Il mascherone
Municipio
L’attuale Palazzo Municipale in realtà non è che l’antico Convento dei Frati Minimi di San Francesco di Paola. Fatto edificare nel 1604 da mons. Giuliano Della Rovere, abate della secolare Abbazia benedettina di San Lorenzo in Campo, alla quale apparteneva il territorio di Castelleone. La particolare struttura del convento, che si sviluppa longitudinalmente, si deve alla conformazione del terreno e alla direttrice di sviluppo del centro abitato già impostata con la precedente edificazione della chiesa di Sant’Antonio Abate, ubicata nella piazza principale di fronte al castello. Nel seminterrato, per seguire l’andamento del terreno, è presente una “grotta” lunga quanto l’intero fabbricato, al cui interno era sistemata anche una cisterna per la raccolta dell’acqua.
Il Loggiato
L’edificazione nel ‘600 del convento e della chiesa dei Frati Minimi di san Francesco di Paola ha determinato una nuova direttrice Ai lati di quella strada si è così realizzata una lunga sequela di case a schiera. Il nuovo polo religioso dei frati fin da subito svolge una funzione preminente nella vita della comunità e verso quel complesso c’è un continuo andirivieni di persone, soprattutto durante le numerose funzioni religiose che vi si tengono. Urge pertanto garantire a tutta la popolazione un più facile accesso al luogo, soprattutto durante la cattiva stagione. Anche le attività artigianali e commerciali che si sono insediate lungo quella via hanno analoga esigenza. Nel corso del ‘700 sul lato sinistro della strada che conduce al convento e della chiesa dei Frati Minimi di san Francesco di Paola, ormai direttrice di sviluppo dell’abitato di Castelleone, viene costruito un lungo loggiato, che oggi caratterizza il centro abitato: la casa ingloba per così dire la strada a beneficio di tutti. Attività artigianali e commerciali ne hanno un beneficio diretto, ma quel lungo porticato è a vantaggio dell’intera popolazione. Anche della vecchietta che voleva raggiungere il convento dei frati senza preoccuparsi più di tanto delle intemperie o del sole cocente; o la chiesa parrocchiale e il castello. È nata così quella che diviene ben presto una “passerella” e un luogo di incontro per tutti i castelleonesi, un “salotto buono” che le stesse autorità cittadine per secoli mantengono in condizioni ottimali. Tra interventi di costante manutenzione e qualche modifica non sostanziale, alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso, si è deciso di tornare nuovamente all’originario mattone a vista, più consono all’ambiente. E in questa forma possiamo ancora oggi ammirare il lungo loggiato in tutto il suo particolare e suggestivo fascino.
Livia della Rovere
Siamo famosi...
siam tutti qua!
Tipicità
La Cipolla di Suasa
Sua Maestà La Cipolla di Suasa! È inserita nell’Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali gestito dal Ministero delle Politiche Agricole e in quello dei Prodotti Tipici delle Marche.
La Cipolla di Suasa è un prodotto tipico coltivato esclusivamente nell'areale di Castelleone di Suasa (AN) e San Lorenzo in Campo (PU).
A forma semibulbosa, con un colore esterno simile alle terrecotte, la polpa è bianca, dalle tuniche rosacee e ha un sapore dolce. Nel 1999 le amministrazioni comunali di Castelleone di Suasa e San Lorenzo in Campo con il contributo della Provincia di Ancona e dell'agenzia ASSAM hanno iniziato un programma di riscoperta, valorizzazione e divulgazione di questo prodotto tipico coltivato almeno sin dall'inizio del ‘900.
Cipolla di Suasa: www.cipolladisuasa.it
Associazione Turistica
Pro Suasa
Via Ospedale, 9
60010 Castelleone di Suasa AN
Tel: 071 966770