Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Comitato UNPLI ANCONA
FILOTTRANO
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Da le mani filii de Ottrano,
l’omo veste, rifinito a mano;
Che sia dentro oppur fòri le mura,
sempre ci scappa il bel su misura!
Filottrano
la storia
Filottrano è conosciuta come città della Sartoria dove vengono confezionati i capi di moda tra i più prestigiosi nel mondo.
Numerosi gli outlet e gli spacci aziendali dove acquistare, soprattutto capi maschili, anche su misura.
È anche nota per aver dato i natali allo sfortunato campione di ciclismo Michele Scarponi, fatto che negli ultimi anni ha dato vita anche ad un folto pellegrinaggio di appassionati della bici.
Ultimo, ma non da meno, Filottrano è stata il teatro dell’ultima battaglia per la liberazione del Centro Italia durante la Seconda Guerra Mondiale: la città e i suoi dintorni (la valle del Musone, tra qui e Osimo) attraversarono momenti drammatici in quei giorni: al centro degli eserciti contrapposti, per 10 giorni fu il campo di una sanguinosa battaglia che si concluse il 9 luglio 1944 con il ripiegamento delle truppe tedesche.
Fondamentale l'intervento dei paracadutisti della Nembo e del II Corpo polacco guidato dal Gen. Wladyslaw Anders, entrambi sotto l'VIII armata britannica, che liberarono la città dai tedeschi; definita dallo stesso Anders “la battaglia più cruenta per le truppe polacche dopo Montecassino”.
In sala consiliare vi è la bandiera che fu issata sulla torre dell'acquedotto il 9 luglio 1944, come segno della Liberazione di Filottrano.
Sulla data di fondazione della città di Filottrano non si hanno dati certi, ma probabilmente il primo nucleo è sorto intorno al VI secolo d. C. ad opera di profughi vittime di scorrerie di goti e longobardi.
Gli storici fanno risalire il nome Filottrano al condottiero longobardo Optrano, da cui Mons Filiorum Optrani (“Monte dei figli di Ottrano”).
Nel 1198 la città fu vittima delle scorrerie dalle bande di Marcualdo, Marchese della Marca Anconetana, e da quelle delle bande di Fra’ Moriale nel 1553.
Il Cusanino
Eventi
Conteso da sempre è lo Stivale
in ricordo di fuga infernale
All’invasore fieri s’opposero
e alla guerra qui fine posero
Luoghi da visitare
Nel Centro Storico:
> Palazzo Comunale
L'edificio più importante all'interno di quella che doveva essere l'antica cinta muraria è certamente il Palazzo Comunale, che esisteva già nel XVI secolo.
La sua struttura attuale risale ai primi anni del 1500 quando, sembra su disegno del Bramante: fu totalmente ricostruito secondo lo stile in auge in quei tempi. Particolarmente belle ed eleganti sono la facciata, la torre campanaria e un artistico loggiato. All'interno vi è una elegante scalinata.
> Chiesa di Santa Maria Assunta (Pieve)
(Attualmente chiusa per lavori) La chiesa di Santa Maria Assunta è ancora oggi chiamata “la Pieve” (chiesa di campagna, per la sua collocazione fuori dalle mura cittadine) o “Prepositura” in quanto sede del Preposto, cioè del sacerdote parroco che presidiava tutte le parrocchie e chiese del Comune.
Il primo nucleo era il tempio cristiano costruito in stile gotico (si fa risalire al 1300), sorgeva in prossimità della porta Cappuccina, o arco Perozzi. Divenuto pericolante, venne costruito un nuovo edificio che fu completato nel 1679.
La chiesa è stata dedicata a Maria vergine Assunta in cielo, come si legge nella epigrafe all’interno a destra. Dentro la chiesa è sepolto Giacomo Costantino Beltrami (1779-1855) come ricordato nella lapide in fondo alla chiesa, scopritore delle sorgenti del Mississippi.
La chiesa esternamente è classicheggiante: la facciata è realizzata con il mattone rosso a vista, secondo il modello diffuso nel tardo ‘600 nelle Marche. Il pavimento presenta un motivo interessante, la stella, simbolo di luce, fa pensare a Maria stella del mattino. L’interno della chiesa è di stile barocco e vi sono conservate opere e affreschi di notevole pregio.
> Chiesa delle Sacre Stimmate
Così chiamata perché fu sede della Confraternita omonima, costruita in pieno centro storico nel XVIII secolo. All’interno è conservato un Crocifisso ricostruito nel 1826, venerato da parte dei Filottranesi in seguito a un fatto prodigioso verificatosi nel 1796.
È infatti certificato, da atto notarile firmato da alcuni nobili del tempo, che nel 1796, a seguito dell'occupazione di Ancona da parte di Napoleone Bonaparte, la popolazione di Filottrano, a conoscenza delle vessazioni nei confronti delle popolazioni, delle spoliazioni di opere d'arte e di oggetti sacri avvenute nelle altre regioni d'Italia, implorò la protezione del SS. Crocifisso, che fu visto aprire gli occhi e girarli intorno.
> Chiesa di San Cristoforo
La più antica delle chiese della città: custodisce preziosi ed eleganti affreschi, di vari autori e di diverse epoche, sia nell’altare maggiore sia lungo le pareti, affreschi che sono stati recentemente restaurati.
Una bolla di Onorio III del 1218 attesta che il tempio appartenne ai Monaci di S. Croce di Fonte Avellana, ma non si conoscono elementi per risalire alla data precisa della sua fondazione. Da notare il quadro sull’abside, che raffigura la Resurrezione di Lazzaro del Morganti, che rischiò di finire in Francia come bottino del passaggio dell’esercito Napoleonico.
> Chiesa di San Francesco
(XIV Secolo) Con la sua faccia in cotto non finito è una delle chiese più importanti dal punto di vista architettonico della città. Il sui interno è neoclassico, bianco. La Chiesa più volte rimaneggiata nel corso dei Secoli, fino all'aspetto attuale dato nel 1804.
L'Altare Maggiore ospita un dipinto su tavola di notevole valenza artistica, raffigura la Resurrezione di Lazzaro, finemente eseguita nel 1543 dal pittore fanese Pompeo Morganti, di chiara scuola Raffaellesca. Il dipinto durante il regno di Napoleone Bonaparte era stato designato come “opera d'arte” da portare in Francia. La balaustra è opera del primo '500, vi figurano sei angioletti scolpiti. Di pregio anche l’elegante coro ligneo.
> Portale di San Rocco
Posto sul lato sinistro della Chiesa, l'artistico portale era nella chiesa dedicata a San Rocco e alla Beatissima Vergine, costruita nel 1451, come ringraziamento per la grazia ottenuta contro il flagello della peste che andava mietendo vittime in gran parte della Marca di Ancona. Quando la Chiesa di San Rocco fu demolita o trasformata, il portale venne trasportato nell'attuale sito nel 1531. Il portale, grandioso e di rara esecuzione, è un chiaro esempio dell'architettura italiana della prima metà del '400. Realizzato completamente in pietra, è ingentilito da motivi floreali, negli stipiti sono raffigurati, racchiusi in due medaglioni, due personaggi del tempo, forse membri della famosa famiglia Gentiloni, famiglia che si adoperò per la costruzione della Chiesa e del Convento di San Francesco.
> Il Termine delle 5 Chiese
(Via Leopardi) È il punto dove si possono vedere 5 antiche Chiese, volgendo lo sguardo in direzioni diverse: Chiesa di S. Chiara, Chiesa delle Stimmate, Chiesa di S.Maria degli Angeli, Chiesa di San Francesco e chiesa di San Michele .
> Piazza Mazzini
Col suo elegante loggiato offre una bella vista che abbraccia il Conero, Macerata, Recanti e Loreto. Ospita la statua in bronzo di Ottrano, il longobardo a cui molti attribuiscono l’origine del nome della città Mons Filiorum Optrani. Di lato al loggiato si trova un piccolo arco, Porta Nuova (detta anche porticella), che venne edificata il 30 Agosto 1777. Non ha mai avuto funzione militare, ma al vespro venivano chiusi i battenti in legno.
Oggi rimangono solo i cardini. Una graziosa scalinata permette di salire alla parte più alta della città.
Il fianco della scalinata è della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, da anni sconsacrata, che ha ospitato per anni un presepe artistico con statue storiche in cartapesta davvero suggestivo.
Purtroppo è stato smantellato dopo il terremoto del 2016. Sulla facciata e sulla parete laterale della chiesa sono ancora evidenti i segni delle granate della battaglia di Filottrano, nel ’44 prima della liberazione della città e poi alla liberazione di Ancona.
> Palazzo Corallini
(Corso del Popolo) Edificio nobile della seconda metà del settecento, eretto dalla famiglia Bonifazi, ricchi e nobili proprietari terrieri. Facciata settecentesca con due ordini di finestre incorniciate con mattoni alternati più chiari e rosa, tipici del cotto locale, le 13 finestre del piano nobile sono sormontate da frontoni triangolari e curvilinei di stampo neoclassico.
La facciata ha un maestoso portale in pietra bianca con cornice doppia, termina a mensola e sorregge un balcone classicheggiante.
> Palazzo Olivi
Il palazzo, forse costruito nel 1500, contiene preziose testimonianze di un ricco passato, come i soffitti affrescati. Fu la casa di Carlo Olivi, un filottranese che morì nel 1917, pilota di aerei e compagno di guerra di Francesco Baracca.
> Palazzo Tofani
(Piazza Garibaldi) Palazzo settecentesco sia nella facciata che nei decori interni. Mantiene il nome degli antichi proprietari Tofani, nobili filottranesi, ricchi proprietari terrieri. Nel Settecento Filottrano conobbe una ricchezza economica senza eguali, grazie ai nobili che avevano terre e produzione agricola che esportavano a livello nazionale.
> Porta Marina
Conosciuta come Arco Perozzi, dal Palazzo sovrastante dei conti Perozzi Da questa antica entrata al “castello”, nel 1353 Filottrano subì l'assalto delle soldatesche di Fra’ Moriale, ci furono 500 morti. A memoria dell'evento la zona venne chiamata Monte Reale.
A ricordo vi è il vicolo Monreale. Nel corso dei secoli Porta Marina ha subito varie trasformazioni.
Nel 1989 è stata posta una statua di marmo di San Michele Arcangelo, Patrono della città: opera dell'artista veneto Trevelin, le ali in rame sono state realizzate e donate dall'artista filottranese Giuseppe Trovarelli.
> Le Ville
A Filottrano sono state riportate agli antichi fasti alcune ville gentilizie, ancora proprietà o gestione di privati che ospitano, nei rispettivi parchi, eventi e feste di matrimonio.
La visita degli interni non è sempre possibile, ma vale comunque la vista degli splendidi parchi e giardini che le circondano e le pregevolezze architettoniche degli esterni. Tra queste segnaliamo Villa Centofinestre, Villa Lavinj Spada e Villa Gentiloni, attualmente sede dell’atelier dello stilista filottranese Luca Paolorossi.
Museo Memorial della Battaglia
All'interno di Palazzo Accorretti, il Museo dedicato alla Battaglia di Filottrano del 1944, ricco di interessanti reperti originali e documenti dell'epoca.
Di particolare interesse la ricostruzione di un rifugio antiaereo in scala 1:1, un'esperienza dal vivo che ripropone le situazioni realmente vissute dalla popolazione, e una raccolta di cimeli, armi ed uniformi autentici. Il tutto contornato da sale tematiche sul teatro della Battaglia di Ancona.
Sono possibili visite guidate e specifiche per le scuole.
Iingresso gratuito.
Aperto il sabato dalle 10 alle 12.30;.
Info: tel. 071 7222576 / 349 2663282
> Museo della macchina da cucire
Collezione privata di circa 280 macchine di epoche diverse, provenienti da Australia, Cina, tutta l'Europa, America. Ci sono macchine da cucire e attrezzature per cappellai, per cucire selle da cavallo, per le pelle, per i visoni, tappeti, calzini e juta.
Giacomo Costantino Beltrami
Siamo famosi...
siam tutti qua!
Eccellenze
Luca Paolorossi Stilista
Distretto della Moda
Filottrano è considerata il capoluogo del distretto marchigiano della moda maschile, in particolare per il manifatturiero dei capospalla.
Per orientarsi fra i numerosi outlet aziendali, di brand originali o conto terzi,servirebbe una mappa a sé.
Su tutti spiccano i nomi di Lardini (capispalla in cachemire e total look) e Canali (capispalla maschili), produttori di abiti da uomo e non solo su misura e di alta gamma; tra i marchi di sortoria su misura vale ricordare il capostipite Giovanni Tamantini e l’estroso stilista Luca Paolorossi.
Tipicità
Noci di Storaco
Noci caratteristiche dell’area boschiva intorno all’abbazia di Storaco (ora pericolante, ma comunque suggestiva da vedere). A Filottrano, le noci di Storaco da secoli servono per preparare dolci, primi e guarnire robusti secondi piatti di carne.
Ciambelle di mosto
Dolce comune in quasi tutte le Marche, con poche variazioni sulla ricetta di mosto incorporato nell’impasto e con semi di anice. Tradizionalmente viene realizzato durante il periodo della vendemmia, ma a Filottrano è ancora quasi una religione: il filottranese DOC, nel mese di settembre non ne può proprio fare a meno di assaltare le panetterie che le producono. Fino agli anni ‘60, un po’ dappertutto, era così, specie per i bambini, che, nella povera vita che si conduceva allora, con occhi rilucenti e acquolina, vedevano e mangiavano una volta l’anno una leccornia. A Filottrano, nonostante i fasti post boom economico, è rimasto così: ciambella de mosto rules!
Tagliatelle e gnocchi al ragù d'oca
Con le tagliatelle o con gli gnocchi di patate, ciò che conta è il sugo rosso di papera, cotto con la lunga calma che era consentita dai tempi dei secoli passati. A Filottrano anche la sagra dedicata a questo condimento e alle preparazioni con l’oca: l’occasione per gustare un vasto menu anche delle altre ricette tradizionali marchigiane (sugo de ‘o batte in primis).
Coniglio in porchetta
Pilastro della cucina popolare della Valle dell’Esino: come tutti i piatti col suffisso “in porchetta” (o porchettato), prevede una lunga cottura con aromi come finocchietto selvatico, rosmarino, alloro e spezie che variano a seconda delle ricette familiari, con l’aggiunta di carne di maiale (in questo caso cotiche sbollentate, o pancetta, o addirittura il prosciutto crudo). A Filottrano, in frazione S. Biagio, una delle più importanti sagre dedicate a questo piatto.
Ciavuscolo
(rigorosamente con la pronuncia filottranese!) L’insaccato tipico della tradizione contadina marchigiana, quello con cui ogni turista lascia la terra delle Marche, anche a Filottrano è ovviamente una tradizione: questo salame morbido e spalmabile ha le sue origini nel territorio di Genga e Fabriano.
Vincisgrassi
Che ve lo dico a fa’?! La Lasagna Marchigiana, al forno, con strati alternati di ragù, besciamella, formaggio, lasagna. E il ragù marchigiano, a base di frattaglie (si, si… arricciate il naso mentre leggete! Ne riparliamo dopo che avete fatto la scarpetta a vostra insaputa...).