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GENGA
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Un popolo partito di caccetti
e prosajoli a darsi le botte,
ma in vero amati cuginetti.
uniti da la gloria de le grotte
Genga
la storia
Chi dice Genga, dice Frasassi; chi dice Frasassi dice Grotte! Ma Genga non è solo sotterranea: è un piccolissimo borgo medievale, il “Castello della Genga”, circondato da decine di frazioni, qualcuna di recente costruzione, ma la maggior parte di origini antiche e con le loro storie intatte: da S. Vittore, con la sua chiesa Templare, all’eremo di S. Maria Infra Saxa del XI secolo col vicino tempietto del Valadier, al castello di Pierosara. Tutto ciò senza citare la sterminata rete di sentieri, percorsi ciclabili, pareti da arrampicata, percorsi spelologici e di tutto ciò che è legato alla natura, in sintonia col maggior complesso ipogeo al mondo “vivente”.
Genga – e le sue grotte – è all'interno del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, la più estesa riserva naturale delle Marche. Le origini di Genga sono legate al monastero di S. Vittore e a Pierosara, l’antico Castello Petroso, centro di un gastaldato longobardo. Le prime notizie di Genga risalgono ad un contratto del 1090 con cui l’abate di S. Vittore concede in enfiteusi ai conti Ugo, Alberto e Suppo, figli di Alberico, il castello con metà della rendita spettante alla chiesa di S. Clemente.
Si tratta del primo documento utile per ricostruire la genealogia dei conti della Genga, il cui capostipite è identificabile nel conte Alberico, padre di Ugo, Alberto e Suppo. Genga è racchiusa tra le mura del castello medioevale e luogo natio di Papa Leone XII (papa dal 1823 al1829), e nel suo piccolo borgo ospita le chiese di San Clemente e Santa Maria Assunta, e il Museo Arte, Storia e Territorio. A Genga è presente un centro di recupero di rapaci del WWF ed è sito di partenza del sentiero del Papa che conduce nella Valle Scappuccia, area floristica protetta caratterizzata da una biodiversità vegetale e animale unici all’interno del territorio del Parco Gola della Rossa e Frasassi.
La Gola di Frasassi è una profonda e stretta valle lunga quasi tre chilometri, scavata dal fiume Sentino tra le pareti calcaree del Monte di Frasassi e del Monte Vallemontagnana. Lungo le pareti della gola si aprono una serie di grotte che sono state frequentate dall’uomo nei vari periodi della preistoria e della storia: tra le quali le Grotte di Frasassi, la Grotta della Beata Vergine, la Grotta del Mezzogiorno.
Dalla grotta della Beata Vergine di Frasassi proviene una delle più antiche e importanti manifestazioni artistiche dell’uomo paleolitico in Italia, la Venere di Frasassi, una statuetta risalente a 28.000-20.000 anni fa. All’interno della Grotta della Beata Vergine sorgono due santuari in una splendida posizione rialzata che offre una vista panoramica su tutta la Gola: Santa Maria infra Saxa e il Santuario Madonna di Frasassi, denominato anche tempio del Valadier.
L'Abbazia di San Vittore delle Chiuse è un imponente edificio romanico a croce greca risalente al XI sec. in corso di riconoscimento bene patrimonio UNESCO, è uno dei più significativi monumenti di età romanica delle Marche. Di fronte alla chiesa, un ponte il cui basamento di origine romana è difeso da una torre medievale.
Nella zona di San Vittore è possibile intrattenersi al Frasassi Avventura, parco acrobatico che si sviluppa lungo le sponde del fiume Sentino, dove tra zip-lines e ponti sospesi, si può vivere un’esperienza unica nel suo genere.
Grotte di Frasassi
Eventi
Il Parco Naturale
Luoghi da visitare
eh, che dire di più? Non dovete certo leggere qui delle più grandi “grotte vive” al mondo (e al secondo posto per estensione, se si considerano anche le “secche”). Qui abbiamo almeno un altro paio di pagine belle farcite di informazioni dettagliate!
> Museo speleopaleontologico e archeologico
San Vittore delle Chiuse - Accanto all’abbazia di San Vittore, esibisce reperti dell’età del bronzo rivenuti nella zona. Di grande interesse tra questi reperti archeologici, alcune urne cinerarie provenienti dal sepolcreto protovillanoviano di Pianello di Genga, databili al bronzo finale. È anche possibile ammirare l’enorme fossile di ittiosauro, risalente a 150 milioni di anni fa, rinvenuto nelle vicinanze e conservato nella sua intierezza.
> Abbazia di San Vittore delle Chiuse
Una delle più belle e importanti della regione. Fondata nell’XI secolo, esempio di romanico puro, a pianta centrale a croce greca, con cinque absidi e un massiccio campanile che danno al tempio una forte aura mistica (molto probabile l’origine templare, ordine molto presente nell’area), circondato dallo scenario naturale dei monti della gola di Frasassi.
> Castello di Genga
“Genga capoluogo”, come lo chiamano i gengarini, piccolo borgo medievale con circa 10 residenti, racchiuso entro le spesse mura dell’antico castello del X secolo. Qui nacque Papa Leone XII (Annibale della Genga) nel 1760. L’edificio centrale oggi ospita gli uffici del consiglio comunale, del Consorzio Frasassi (gestore delle grotte omonime) e soprattutto il Museo Arte, Storia e Territorio.
> Museo Arte, Storia e Territorio
Visitabile gratuitamente con il biglietto di ingresso alle grotte; il percorso museale si snoda in una sezione preistorica illustrata per immagini, insieme alla copia della Venere di Frasassi, statuetta paleolitica rinvenuta nella Gola di Frasassi, e quella storico-artistica con opere e manufatti che vanno dal XV al XIX secolo. Tra queste spiccano le preziose opere su tavola del pittore quattrocentesco Antonio da Fabriano - influenzato da Piero dalla Francesca -, la Madonna con il Bambino, scultura attribuibile alla bottega di Antonio Canova, e opere di pittura fiamminga.
> Tempietto del Valadier
Eremo Santa Maria Infra Saxa e santuario Madonna di Frasassi
Per chi ama i bijoux, all’imbocco di un ampio antro, la Grotta del Santuario, o Grotta di Frasassi, si trovano due santuari, dopo un’agevole salita percorribile anche con passeggino al seguito: il Tempio del Valadier (nome ufficiale Santuario della Madonna di Frasassi) e l’antico eremo di S. Maria Infra Saxa, risalente almeno al XI secolo. Il suggestivo Eremo di Santa Maria Infra Saxa, accanto al Santuario, è stato costruito tra le rocce e in parte scavato dalla viva roccia della parete della grotta. Se ne parla per la prima volta in documenti del 1029 come di un monastero di clausura delle monache Benedettine. Il Santuario è costituito da un elegante tempietto in stile neoclassico a pianta ottagonale, che si riteneva fu commissionato nel 1828 da Papa Leone XII all’architetto Giuseppe Valadier. Più recenti scoperte rivelano che il Tempio fu commissionato nel 1817 dal futuro papa - allora cardinale - e progettato dagli architetti Tommaso Zappati, Carlo Donati e Pietro Ghinelli, quest’ultimo autore anche dell’originario Teatro delle Muse di Ancona e del Foro Annonario di Senigallia. All’interno è presente una copia (l’originale è conservata nel Museo del Territorio di Genga) della statua marmorea della Madonna col bambino della bottega di Antonio Canova. Che volete di più in meno di 200 mq?
Per gli amanti della speleologia, la Grotta del Santuario, dopo aver attraversato il monte Ginguno, si congiunge con la Grotta del Mezzogiorno di fronte al Castello di Pierosara: con attrezzature speleo, è percorribile con una traversata di circa 3 ore.
> Pierosara
Sopra l’abitato di San Vittore, sulla sommità di un alto colle, sorge il Castello di Pierosara, suggestivo borgo medievale di qualche decina di residenti: dal suo Cassero e dalle possenti mura di cinta si ammira un panorama mozzafiato che… beh, che è semplicemente obbligatorio!. Da Pierosara con un sentiero da circa 30 minuti di percorrenza (con equipaggiamento da trekking), si arriva al Foro dell'Occhialone: un foro, letteralmente, naturale, che passa da un lato all’altro della montagna, sopra le grotte: un must!
Il Lupo
Siamo famosi...
siam tutti qua!
Tipicità
Salumifici e norcinerie
I piatti e le ricette tipiche del territorio sono una delle principali attrattive per gli appassionati di cultura e storia della gastronomia. Genga è nota in tutta Italia per la lunga tradizione legata ai salumifici e alle norcinerie: un rituale passato portato avanti oggi dal Salumifici tradizionali.
Porchetta
Tra le tipicità gastronomiche più apprezzate, oltre alla grande varietà di insaccati ed affettati, vi è sicuramente la porchetta cucinata secondo le antiche ricette tramandate di generazione in generazione.
Tartufo Nero
Sapori di un tempo che possono essere gustati nelle tante trattorie e ristoranti presenti sul territorio, dove è possibile anche assaggiare piatti a base di tartufo pregiato, molto diffuso nell’area di Genga e Fabriano e a base di cacciagione, tra cui il cinghiale.
Pincinelle
La cucina tradizionale contadina è rappresentata in particolare dalla pasta fatta a mano: proprio a Genga è possibile gustare le tipiche pincinelle, un particolare tipo di pasta simile a tagliatelle arrotolate.
Vincisgrassi
Quando si parla di pasta fatta in casa, nella tradizione dell’entroterra marchigiano non possono essere certamente ignorati i famosi vincisgrassi presenti nel menù di molte locande del posto: una gustosa variante della pasta al forno o delle lasagne con origine risalente alla fine del 1700, condite con un ricco ragù di carne e servite soprattutto durante le feste o durante i pranzi di famiglia domenicali.
Crescia
Altra prelibatezza da annoverare è senz’altro la crescia, tipica focaccia cotta sotto la brace accompagnata da salumi, erbe di campo o ciccioli di maiale.
Ciauscolo
Insaccato tipico della tradizione contadina, questo salame morbido e spalmabile ha le sue origini nel territorio di Genga e Fabriano.
Lumache di terra
Sono diversi i piatti dell’entroterra a base di lumache di terra, variante “montanara” delle cugine della riviera. Solitamente piatti a base di un umido in porchetta, con l’immancabile finocchietto selvatico e spezie.
Polenta
Piatto spesso accompagnato al sugo di cinghiale e protagonista della Sagra d’Autunno che si tiene a Genga a fine ottobre.
Crescia fojata
Dulcis in fundo, la crescia fojata di Genga, un dolce a sfoglia sottile, ripiena di mele e frutta secca e arrotolata su sé stessa.
Visciolino
Se siete arrivati fin qui, sapete già che la visciola avrà un’ennesima variante: a Genga è il visciolino, liquore a base di visciole, quindi meno vino e più denso di altre versioni, particolarmente indicato coi dolci.