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Die’ i natali a lo Stupor Mundi 

De bozzi, corde et sapone fecundi

 

Di lame lucenti s’ode clamore 

‘ché qui alla scherma Olimpo dà onore 

JESI

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Città di Jesi panorama-pro-loco-jesi-le-belle-marche-6

Jesi

la storia

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Jesi vanta ricche tradizioni di arte e di cultura ed è sede vescovile, legando oggi il suo nome a due eccellenze che fanno da ambasciatrici per l’intera regione: il Verdicchio dei Castelli di Jesi e la scherma del club più blasonato al mondo dal medagliere olimpico. Oltre ad aver dato i natali al CT della nazionale di calcio, Roberto Mancini (e che non è l’unico jesino ad aver calciato negli Azzurri).

 

Sorge in felice posizione su un terrazzo che domina la valle dell’Esino, fiume che le dà il nome.

In epoca romana, infatti, il nome Aesis corrispondeva sia al fiume, sia alla città. Aesis era stata fondata dagli Umbri, in seguito conquistata dagli Etruschi e, nel IV secolo a.C., dai Galli Senoni che ne fecero l’ultimo avamposto meridionale del loro territorio, al di sotto del quale iniziava il Picenum.

 

Con la conquista romana godette dello status di colonia dal 247 a.C. Nella ripartizione geografica dell’Italia augustea Aesis restò inclusa in Umbria, il cui confine con il Piceno era rappresentato proprio dal fiume Esino. L’età romana ha lasciato al locale Museo Archeologico molte testimonianze, tra cui notevoli statue e busti.

 

Dopo il Mille, Jesi fu sede di una delle otto contee in cui era divisa la Marca di Ancona. Conti di origine longobarda vi governarono fino al 1130, anno in cui fu istituito il Comune autonomo. Intanto la città prendeva forma: sulla struttura romana del castrum sorsero edifici privati e pubblici, tra i quali i palazzi del podestà, del comune e il duomo.

 

Tra ‘200 e ‘400 Jesi mirò soprattutto a difendere ed allargare il suo “contado” (territorio) tra Fabriano e Ancona, città con le quali fu spesso in aspra lotta. Le necessità difensive spinsero quindi gli jesini a fortificare le mura della città sul tracciato di quelle romane.

 

Nel XVI secolo Jesi era una delle città culturalmente più vive della Marca. Benché contasse solo 2000 abitanti, era il capoluogo di un territorio costituito da sedici castelli, che venivano amministrati da “capitani” inviati dalla città.

 

Nel ‘600, nonostante carestie e pestilenze, Jesi conobbe un’espansione verso la contrada di Torrevecchia, con la costruzione di nuove mura e della Porta Romana.

 

Nel Settecento un forte incremento delle rendite fondiarie e lo sviluppo dei commerci consentirono alla nobiltà e alla Chiesa di rinnovare palazzi privati, edifici pubblici e di culto.

 

Nel 1860, nelle Marche economicamente arretrate e prive di qualunque tessuto industriale, Jesi rappresenta una felice eccezione, tanto da poter vantare a buon diritto di aver anticipato la Rivoluzione Industriale. La città possiede una cartiera, due fornaci, sei saponifici, due concerie, sedici tintorie e parecchie altre attività. La manifattura più importante è quella della seta che porterà, a fine ‘800, alla creazione di un solido nucleo industriale (ben dodici filande), che occuperà 2000 operai, soprattutto donne, e farà guadagnare a Jesi il titolo di “Milano delle Marche”.

Nel XX secolo Jesi si è caratterizzata come città spiccatamente industriale, tuttavia negli ultimi decenni ha accentuato la sua vocazione di centro di cultura, valorizzando la sua storia.

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Federico II lo Stupor Mundi

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Eventi

Primo weekend di Settembre

Tutto il centro storico di Jesi si trasforma e viene diviso in spazi gestiti dalle numerose associazioni sportive.

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Lorenzo Lotto

Luoghi da visitare

> Pinacoteca civica

di Palazzo Pianetti-Tesei

Al suo interno è presente una delle gallerie degli stucchi più belle e importanti d'Italia (tanto da esser chiamata piccola Versailles) e alcune pale tra le più importanti opere di Lorenzo Lotto. Inoltre, sono presenti la Galleria d'Arte Contemporanea (con opere di Michelangelo Pistoletto, Luigi Ontani, Corrado Corradi, Betto Tesei), il Museo Archeologico (con reperti dalla Preistoria all'Età Romana) e numerose collezioni d'arte.

> Biblioteca Planettiana

Collocata nel rinascimentale Palazzo della Signoria (opera del senese Francesco di Giorgio Martini), la Biblioteca Comunale  Planettiana custodisce numerosi fondi antichi (manoscritti, incunaboli, cinquecentine), che insieme ai fondi moderni compongono un patrimonio librario di notevole consistenza quantitativa e qualitativa. Si affiancano l'Archivio Storico Comunale e numerosi archivi di enti e di privati.

> Casa Museo Colocci

Antica residenza dei marchesi Colocci-Vespucci, ultimi discendenti dello scopritore delle Americhe, costruita nella seconda metà del XVI secolo.

Il fascino del Museo, intestato ad Adriano Colocci consiste nel suo essere poco museo e molto casa di abitazione.

> Museo Diocesano

Fondato nel 1966 con lo scopo di raccogliere, conservare e valorizzare le testimonianze dell'arte religiosa del territorio.
Ad oggi custodisce un patrimonio di beni culturali appartenuto alle chiese della Diocesi tra il IV e il XIX secolo. Presente anche una ricca sezione d'arte sacra contemporanea, frutto dell'odierno dialogo tra arte e fede i artisti locali e nazionali. Il museo è ospitato nei locali di Palazzo Ripanti Nuovo, a fianco della Cattedrale di San Settimio. 

> Museo Federico II

Allestito nello storico Palazzo Ghislieri, è il primo museo al mondo a rievocare la vita e l'opera dell'Imperatore Stupor Mundi. In 16 sale è illustrato il meraviglioso mondo di Federico II di Svevia, attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio.
Presenti installazioni interattive, animazioni tridimensionali, contenuti multimediali e ricostruzioni architettoniche e sartoriali.

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Giovanbattista Pergolesi

Siamo famosi...

siam tutti qua!

PERSONAGGI FAMOSI

di Jesi

Federico II di Svevia

(1194-1250), Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Sicilia, di Gerusalemme, di Germania e d'Italia, Duca di Svevia.

Nato a Jesi il 26 Dicembre.

 San Marcello Cavolfiore-precoce le bell

Tipicità

Cavolfiore precoce

Cavolfiore precoce di Jesi

Varietà di cavolo estremamente grande e dal fortissimo odore di zolfo tipica di Jesi, nata nel 1900 quando venne introdotto nello Jesino l’Erfurt, un seme della zona di Francoforte sul Meno: l’ibridazione spontanea con le varietà locali portò alla creazione del tipico Precoce di Jesi, chiamato anche cavolo lumachella per il bellissimo aspetto architettonico delle infiorescenze, con i corimbi appuntiti. Piante molto rustiche e resistenti alle avversità parassitarie e alla mancanza d’acqua.

 

Carciofo precoce di Jesi

E' una delle produzioni tipiche marchigiane. Lo distinguono, oltre alle specificità della zona di produzione, le caratteristiche quali il colore, che mescola diverse tonalità di verde a varie sfumature di viola, le dimensioni contenute, e la raccolta precoce, che solitamente inizia a marzo.

 

Pizza al formaggio di Jesi

Simile al panettone con un sapore molto aromatico caratterizzato dalla presenza di formaggio pecorino fresco e  parmigiano. La pizza al formaggio di Jesi (o crescia di Pasqua) ha una consistenza soffice e spugnosa: rappresenta una valida alternativa al pane e ben si accompagna con salumi, formaggi e un buon bicchiere di vino rosso corposo. La caratteristica della pizza al formaggio di Jesi è la presenza della ricotta nell’impasto: dopo la cottura si presenta soffice, ben alveolata con pezzetti di pecorino che filano.

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Valeria Moriconi

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Pizza al

formaggio

di Jesi

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