Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Comitato UNPLI ANCONA
SPIAGGIA DI VELLUTO
PRO LOCO SENIGALLIA
Sul limine de Spiaggia di Velluto,
sole, mare, diporto assoluto!
Qui trovasi la Rotonda sul Mare
che Fred Bongusto soleva cantare
SENIGALLIA
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Senigallia
la storia
La Spiaggia di Velluto
Eventi
Senigallia è da sempre la località balneare più gettonata delle Marche caratterizzata da una cinta muraria a forma di stella e da numerose architetture e villette degli anni ‘30 in stile Art Nouveau. La sua Spiaggia di Velluto (così battezzata per la sua sabbia finissima) ospita al confine tra i due litorali la Rotonda sul Mare cantata da Fred Bongusto: l’unica, l’originale! Contrariamente a quanto si pensa, Senigallia non è solo città di svaghi estivi ma è una città ricca di storia. Fondata dalla tribù dei Galli Senoni (dai quali deriva il nome, anticamente Sena Gallica) tra il 389 e il 383 a.C., secondo la leggenda, i Galli guidati da Brenno si mossero contro Roma. L’antica Sena Gallica venne fondata dai Romani nel 283 a.C. nel territorio strappato ai Galli Senoni e poi ricostruita.
Fece parte della Pentapoli, passò poi sotto il dominio longobardo (VIII secolo) e fu compresa nella donazione franca alla Chiesa. Durante il Medioevo conobbe le guerre tra Papato e Impero, tra Guelfi e Ghibellini, i passaggi sotto i Montefeltro, i Malatesta e il potere pontificio, finché ne fu investito come Vicario della Chiesa Sigismondo Malatesta, e la città riuscì così a risollevarsi.
I lavori di ricostruzione della città costrinsero il Malatesta a contrarre debiti con papa Pio II e ne scaturì lo scontro che vide vincitore Francesco III da Montefeltro; il Papa diede quindi la città in vicariato ad Antonio Piccolomini, passando poi, nel 1474, al nipote di Sisto IV, Giovanni della Rovere, la cui famiglia tenne il dominio fino al 1631 quasi ininterrottamente. Durante il suo governo la fisionomia urbana della città cambiò notevolmente: la città fu dotata di una cinta muraria più funzionale (di cui restano tratti) e si rese più imponente la Rocca (fatta costruire dal Cardinale Egidio Albornoz nel 1350) chiamando i migliori architetti del tempo: Gentile Veterani (che progettò il rivellino), Luciano Laurana (autore di varie modifiche agli interni) e Baccio Pontelli (ideatore dei quattro torrioni posti agli angoli della struttura) che costruì anche S. Maria delle Grazie. Dal matrimonio di Giovanni della Rovere con Giovanna da Montefeltro nacque Francesco Maria I della Rovere che, adottato dall'ultimo duca del Montefeltro, Guidobaldo, unì i domini delle due famiglie diventando Duca di Urbino nel 1508 e Signore di Senigallia.
Sotto il governo dei della Rovere fu costruito il Palazzo Ducale, il palazzo comunale, la Chiesa della Croce. Inoltre la Fiera della Maddalena, poi divenuta Fiera franca (in quanto non si pagavano dazi doganali), si era imposta come una delle fiere più importanti del Paese, con scambi di merci provenienti da ogni angolo del Mediterraneo. Alla morte dell'ultimo della dinastia Della Rovere, avvenuta nel 1631 il ducato fu reintegrato nei domini diretti del papato.
Nel ‘700 la conformazione della città mutò ulteriormente per realizzare i primi portici (presero il nome del cardinale che seguì i lavori, Luigi Ercolani) e si edificò la zona vicino alla nuova Cattedrale di San Pietro apostolo (1762), sul bastione San Martino fu realizzato il teatro cittadino che fu chiamato "La Fenice" (come il famoso teatro veneziano) che, dotato di un palcoscenico di dimensioni simili a quello della Scala, divenne presto noto per le importanti stagioni teatrali.
In quegli stessi anni iniziò la crisi della Fiera franca, a causa del blocco continentale economico istituito da Napoleone ma anche a causa dell’interramento dell'alveo fluviale e delle epidemie che si susseguirono. Tra il Settecento e l’Ottocento Senigallia subì il dominio napoleonico per tornare poi sotto il potere papale. Dalla nobile famiglia locale Mastai Ferretti nacque Giovanni Maria che salì al soglio pontificio (1846) con il nome di Pio IX. Fu un pontificato forte, che durò 32 anni: il più lungo della storia fino a Giovanni Paolo II.
Nel 1853 venne realizzato il primo stabilimento balneare che diede l'avvio alla storia turistica della città di Senigallia, a cui si associava la stagione teatrale, e la Fiera franca, in declino, fu soppiantata completamente (1869) dal turismo. Il panorama sul golfo di Ancona e la sua spiaggia detta poi “di velluto” permisero alla città di promuoversi come luogo di svago e di riposo sia a livello nazionale che internazionale.
Senigallia fu una tra le prime sedi dell’Azienda autonoma di soggiorno e cura d'Italia (1928) e la sua importante valenza turistica è testimoniata dalla presenza del famoso Stabilimento Bagni (ora edificio abbandonato) e dalla sua palafitta posta sul mare che successivamente, dopo il terremoto del ’30, fu riedificata più a sud, diventando uno dei simboli più importanti della città: la Rotonda a Mare. Il terremoto del 1930 creò ingenti danni alla città e rese necessaria la riduzione di altezza di quasi tutti gli edifici dell'attuale centro storico e l'urbanizzazione dell'area a sud delle mura storiche fino alla nuova chiesa del Portone Santa Maria della Neve, sul lungomare (nello stile Art Nouveau) e la costruzione dei quartieri popolari. Ben raggiungibile in autostrada, la città di Senigallia si propone come la perla dell’Adriatico.
gemellaggi:
Sens (Francia)
Lorrach (Germania)
“Senigallia, mezza ebrea, mezza canaglia”
Detto che nasce intorno al 1350 quando, sotto il vicariato di Sigismondo Malatesta, fu concessa l’amnistia ai galeotti e la libertà di culto agli ebrei.
Mastro Titta
Luoghi da visitare
> Cattedrale di San Pietro apostolo
È il duomo di Senigallia, e cattedrale della diocesi omonima. Pianta a croce latina, con tre navate suddivise da pilastri, e con cupola. Tra le opere conservate nella chiesa, si ricordano in particolare quelle del Manierismo italiano di Federico Barocci “Riposo durante la fuga in Egitto”, di Ercole Ramazzani “Madonna della Speranza", il “San Paolino e Santa Maria Maddalena” di Domenico Corvi e la "Assunta" di Alessandro Tiarini.
> Chiesa della Croce
Risalente al 1608, costruita su volontà della Confraternita del Sacramento e della Croce vicino alla centrale piazza Roma. Esterno in stile tardo rinascimentale con l'interno in stile barocco, caratterizzato da sei altari laterali che circondano la pala d'altare del Trasporto di Cristo al sepolcro di Federico Barocci, posta sopra l'altare maggiore.
> Chiesa della Maddalena
L'origine della chiesa non è accertata, probabilmente del XIII secolo o addirittura precedente, legata al culto della santa Maria Maddalena.
Fu la prima parrocchiale di Senigallia con annesso un ospedale. Anticamente era dedicata a san Gregorio ed era posta leggermente dislocata dal centro urbano lungo la strada verso porta Sant'Angelo, probabilmente inserita in un piccolo borgo.
> Chiostro di San Martino
Dalle origini molto antiche, come attesta una bolla di papa Onorio III del 1223. Quella che oggi vediamo è la quarta chiesa edificata nel corso dei secoli, ed è sorta nel XVIII secolo per opera di due diversi architetti: Alessandro Rossi di Osimo e Domenico Valeri di Jesi. Probabilmente il primo realizzò il disegno di progetto, mentre il secondo ne curò la realizzazione.
> Chiesa della Madonna del Carmelo e di San Biagio Vescovo e Martire
In seguito ad un cospicua donazione che lasciò in eredità la Sig. Servilia Bisconti all'ordine dei Carmelitani nel 1587, vennero avviati i lavori per la realizzazione di un convento con annessa chiesa nel 1615, che venne consacrata nel 1638 a Santa Maria e a San Biagio martire. Nel 1739, la chiesa venne ricostruita, poichè divenuta insufficciente ad accogliere l'ormai cresciuta popolazione. La chiesa venne consacrata nel 1745 e didecata alla Madonna del Carmine. La chiesa è in stile settecentesco, in cui predominano i colori rosso ed oro. Ha una sola navata dove si aprono tre altari e due nicchie; la pala d’altare, probabilmente della vecchia chiesa, è attribuita a Antonio Sarti, pittore jesino.
> Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Appena 2 Km fuori città sorge il complesso monumentale di S. Maria delle Grazie, commissionato da Giovanni della Rovere come ringraziamento della grazia di un erede maschio. I lavori iniziarono su progetto di Baccio Pontelli nel 1490, ma terminarono solo nel 1684 dall'ultimo erede della dinastia roveresca. Il disegno originale del complesso prevedeva due grandi chiostri, di essi solo uno venne mantenuto nelle dimensioni previste, mentre l’altro fu ridimensionato.
> Chiesa di Santa Maria della Neve, detta del Portone
Esistente già nel '300, si trovava all’interno delle mura cittadine. Rimasta fuori dal tracciato murario, la struttura progressivamente decade e nel 1539 la Chiesa viene demolita completamente. Nella zona sorge ontemporaneamente una nuova Chiesa, costruita nel 1520 e detta del “Portone”, che riceve nel 1628 il titolo di Parrocchia.
> Chiesa di Santa Maria
del Ponte al Porto
Notizie di questa Chiesa col ruolo di Rettoria curata risalgono al XIII secolo, che diventa sede parrocchiale dal 1628. L’attuale Chiesa di S. Maria del Ponte, opera dell’architetto Giuseppe Ferroni, viene inaugurata nel 1858, fatta costruire per volontà di Papa Pio IX, che intende sostituire la precedente, troppo umida e fatiscente. Il Pontefice dona alla Parrocchia anche una canonica a due piani.
> Chiesa della Madonna della Misericordia, detta anche Chiesa Bedini
Costruita a partire dal 1850 circa, fuori dalla Porta Lambertina, un territorio fuori le mura dell'antica città, che proprio in quegli anni si stava sviluppando.
I lavori di costruzione terminarono nel 1858 anno in cui fu consacrata alla presenza del Cardinal Domenico Lucciardi, Vescovo di Senigallia, e dello stesso Cardinal Gaetano Bedini.
> Chiesa dell'Immacolata
L'Ordine della Disciplina ottenne nel XVIII secolo il permesso di erigere un oratorio con un altare per celebrarvi le proprie funzioni religiose. Di questo oratorio non conosciamo nè la data di edificazione e né chi la realizzò, ma sappiamo solo che venne intitolato ai Santi Simone e Giuda. Nel 1728 l'Oratorio venne abbattuto e al suo posto inaugurata una nuova chiesa con la stessa denominazione della precedente, in omaggio ai Filippini, ordine che rimase in possesso della loro parrocchia fino al 1799, anno in cui la Congregazione fu soppressa. Durante il Regno Italico la chiesa e il convento passarono in proprietà del Comune di Senigallia; fino a quando poi il vescovo di Senigallia ottenne nuovamente la chiesa e il convento di S. Filippo.
> Chiesa della Madonna del Buon Consiglio (in fraz. Cesano)
La Chiesa (Vicaria Indipendente dal 1940) nel 1947 assume il titolo di Parrocchia della Madonna del Buon Consiglio. Nel 1952, grazie all’impegno profuso dal primo Parroco, viene ricercato un terreno adatto per la costruzione di una nuova Chiesa, poiché quella antica non è più in grado di accogliere la massa dei fedeli e di ospitare le attività parrocchiali. I lavori di costruzione del nuovo edificio iniziano nel 1958 e terminano con l’inaugurazione nel 1959.
> Piazza Roma
Vi si trovano il Palazzo del Governo e la Fontana del Nettuno, simbolo ufficioso di Senigallia. L'attuale edificio dell'amministrazione comunale venne costruito per volere di Francesco Maria II Della Rovere, come Palazzo del Governo a partire dal 1609 sulle progetto dell'architetto urbinate Muzio Oddi e terminato nel 1644.
L'originale costruzione, non più esistente, fu iniziata il 18 ottobre 1828, per terminare nel luglio1830. La struttura della sala presentava tre ordini sovrapposti di palchi per un totale di 63, sovrastati da un loggione, un ampio palcoscenico, camerini per attori e comparse, atrio per caffè e trattoria. Nella notte del 9 agosto 1838, dopo la rappresentazione de "La battaglia di Navarino" di Giovanni Emanuele Bidera, il teatro andò distrutto in uno incendio devastrante. Il nuovo teatro venne ribattezzato "La Fenice", come era usanza per i teatri ricostruiti in seguito ad incendi. Aveva una struttura con platea di 182 m² di superficie, 99 palchi su quattro ordini ed il loggione. La capienza sfiorava i 1.000 posti di cui 344 in platea. Acquistò in breve una grande fama, producendo opere di Carlo Goldoni ed allargando il periodo degli spettacoli. Nel luglio 1904 Pietro Mascagni qui diresse l'Iris. L'attività del teatro “La Fenice” proseguì fino a quando il terremoto del 1930 lo lo rese inagibile, per pià di 60 anni. Durante i lavori di ricostruzione è venuta alla luce un'area archeologica, all'incrocio delle due principali strade della Sena Gallica romana. Ricostruito al livello stradale attuale, sotto il nuovo teatro è stato ricavato lo spazio per l'Area archeologica la Fenice, in cui sono musealizzati all'aperto i reperti rinvenuti durante i lavori. Inaugurato il 5 dicembre 1996, il nuovo teatro "La Fenice" si trova nell'area dell'edificio originale, al confine tra le zone storiche della città: ogni facciata è costruita in una logica di rappresentare uno stile architettonico diverso: il prospetto lungo Via Pisacane ad esempio, rivolto verso la parte settecentesca della città, è caratterizzato da un ordine architettonico chiaramente ispirato ai portici Ercolani, anch'essi del settecento, mentre la parte del teatro che volge al centro storico presenta elementi cinquecenteschi come la grande finestra quadripartita presente in molti palazzi dell'epoca. La sala degli spettacoli è di pianta rettangolare (32,80 m x 24,70 m) con il pavimento a gradoni di alzata progressivamente crescente ed ha una capienza di 874 posti. Il sipario è opera dell'artista Enzo Cucchi.
Area Archeologica e Museo la Fenice
Emersa durante i lavori di ricostruzione del teatro "La Fenice", nel 1989, con importanti reperti di età romana. Al centro dell'area si osserva l'intersezione tra un cardo e un decumano, appartenenti all'area dell'antica Sena Gallica, su cui sono ancora ben visibili i solchi delle ruote dei carri che vi hanno transitato. L'area, musealizzata con criterio didattico, conserva anche alcune tabernae e un'ampia domus signorile, di cui si conservano i pavimenti in cocciopesto e l'impluvium dell'atrio. Durante gli scavi furono rinvenute anche 130 tombe di epoca medievale, ma solo una è visibile per scopi didattici. Lungo le passerelle è allestito un percorso museale: delle teche dotate di opportuna didascalia espongono i reperti archeologici rinvenuti a Senigallia nei vari scavi che hanno interessato la città e le aree limitrofi nel corso dell'ultimo secolo.
Innalzata nel 1640, all'interno custodisce il lampadario in cristallo di Boemia proveniente dal vecchio Teatro "La Fenice".
La costruzione del palazzo risale al tempo dei lavori di fortificazione della “Senigallia Pentagonale” di Guidobaldo II della Rovere a metà del XVI secolo, progettato da Gerolamo Genga.
La finalità del palazzo è attestata dalla scelta della sua posizione, quella di maggior rappresentanza, di fronte alla Rocca, simbolo della potenza dei Della Rovere.
Costruita tra il 1599 e il 1602, fu commissionata da Francesco Maria II della Rovere per ricordare alla popolazione il risanamento della zona paludosa delle Saline. Le anatre simboleggiano la fauna avicola presente nella zona umida, mentre i giochi d'acqua rappresentano il controllo delle acque, un tempo portatrici di malattie e ora simbolo di prosperità.
In Piazza del Duca, occupa il lato a destra del fiume Misa. Edificio costruito quasi certamente nel XIV secolo e poi riadattato nella seconda metà del XV, quando vi si insediò Giovanni Giacomo Baviera.
Fatti costruire dal Cardinale Ercolani, eretti in un grande periodo di splendore del commercio senigalliese. Ancora oggi ospitano negozi ed attività e sono forse il luogo pisuggestivo per farsi un aperitivo o una pizza al taglio, o indulgere in qualche acquisto anche poco ordinario e originale. I portici Ercolani avevano il compito di sostituire le vecchie mura cittadine, includendo le botteghe dei tanti commercianti che risiedevano per lungo tempo in città. Tra la metà del ‘600 e del ‘700, favorita dalla franchigia del porto, raggiunse la massima importanza, attraendo mercanti e commercianti da ogni parte del mondo per assistere alla Fiera della Maddalena.
Blocchi di pietra bianca d’Istria vanno a costituire 126 imponenti arcate che si appoggiano su pilastri quadrati, seguendo il corso del fiume Misa.
> Porta Lambertina e Porta Mazzini
Porta Lambertina, detta anche Porta Fano, e Porta Mazzini, detta anche Porta Maddalena (già Porta Colonna) sono le uniche sopravvissute delle 7 porte che permettevano l’accesso alla città dopo l’ampliamento settecentesco. Sono sopravvissute grazie alla loro monumentalità, perché legate ai due progetti di ampliamento, per i quali lo Stato Pontificio dell'epoca non badò a spese.
Progettato nel1834 in stile neoclassico dall'architetto Pietro Ghinelli, che presentò una pianta circolare coronata da 24 colonne in stile dorico e che reggono la struttura soprastante, formando un portico. Interamente realizzato con laterizi, fino a pochi anni fa vi si svolgeva quotidianamente la compravendita di pesce sotto al porticato. Ancora oggi, nella piazza centrale, la mattina, si trovano i commercianti ambulanti di frutta e verdura. Nel sottottetto della struttura hanno sede la biblioteca e l'archivio comunale.
> Palazzo Mastai - Museo Pio IX
Il museo Pio IX è ubicato nel Palazzo Mastai Ferretti, antico edificio della casata del Pontefice, risalente alla fine del XV secolo, abitato dai Mastai fin dal 1557.
Una Casa Museo, aperta al pubblico nel 1892 su iniziativa di Cristina Mastai Ferretti, in occasione del primo centenario della nascita di Giovanni Maria Mastai Ferretti, divenuto Papa con il nome di Pio IX (1792-1878).
Fulcro dell'ampliamento urbano voluto da Papa Benedetto XIV a metà del XVIII secolo, come i Portici, così anche Piazza Garibaldi, detta anche Piazza del Duomo, rievoca il periodo più fastoso della fiera di Senigallia. Grazie ai lavori di riqualificazione operati, Piazza Garibaldi disegna uno scenario urbano di grande suggestione e bellezza, accogliendo edifici pubblici di grande pregio architettonico.
La Rotonda a Mare di Senigallia, proprio quella cantata da Fred Bongusto, nasce con l'idea di creare un centro di aggregazione per i villeggianti delle stazioni balneari. Il primo accenno di questa struttura si ha nel XIX secolo, con la costruzione di una piattaforma lignea di palafitte sul mare che aveva scopo ludico-terapeutico: progettata da Vincenzo Ghinelli, tra il 1850 e il 1865. Nel 1910 la piattaforma fu ampliata e venne affidata a imprenditori privati che l’avevano annessa all'Hotel Bagni. Oggi è anch’essa uno dei tratti distintivi delle notti di Senigallia, adibita ad accogliere iniziative culturali e non solo.
La Rocca di Senigallia, nota più comunemente come Rocca Roveresca, dal nome dei committenti, la famiglia Della Rovere, è uno dei più importanti monumenti della città e delle Marche: ospita mostre, eventi musicali ed artistici. La sua struttura monumentale si presenta appena di fronte alla stazione ferroviaria, circondata dal prato che oggi sostituisce l’originale fossato difensivo.
Progettata da Baccio Pontelli, è circondata da una cinta con ai 4 angoli torrioni circolari, collegati col corpo centrale. Struttura la cui complessità è dovuta anche alle stratificazioni storiche e progettuali, all’interno risulta simile ad un labirinto. Presenta un cortile, dal quale si accede attraverso il ponte levatoio, tipicamente quattrocentesco. I 4 torrioni, di forma circolare come era tipico del periodo di fine XV secolo. Le cronache del ‘400 riportano che il primo ad essere edificato è il torrione a mare, a nord verso Fano, il secondo, quello a mare ad est verso Ancona, il terzo ad ovest verso l'antistante piazza e l'ultimo a sud.
Nelle saleinyterne, la zona residenziale si sviluppa su tre livelli, serviti da una scala a due rampe, con accesso dal cortile interno. Il livello inferiore era destinato alla guarnigione e agli alloggi degli ufficiali della milizia preposta alla difesa della rocca. I 3 saloni superiori erano riservati alla rappresentanza e alla residenza del Duca. La sala al piano del terrazzo fa parte della zona destinata da Giovanni della Rovere a residenza della sua corte nei momenti di emergenza.
Nei sotterranei si trovano le celle per i detenuti. Dal percorso per accedere al piano superiore è visibile l'antica torre difensiva romana costruita con pietra calcarea. Questi ambienti sono collegati da una bellissima scala a chiocciola. Interamente realizzata in pietra bianca d'Istria, è sicuramente il pezzo di maggior pregio della struttura dal punto di vista stilistico e ingegneristico.
Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali la gestisce la Direzione regionale Musei.
> Musinf - Museo d'arte moderna, dell'informazione e della fotografia
(da giovedì a domenica, ore 17:30-23)
Presenti più di 1700 immagini donate da oltre 50 artisti: in buiona pare opere dell’Associazione Fotografica Misa (alla quale presero parte Ferruccio Ferroni e Piergiorgio Branzi) e 250 scatti di Mario Giacomelli, a partire dagli anni ‘50.
Inoltre, 350 xerografie provenienti dal Xeros-Art di Milano, opere di poesia visiva di nomi del calibro di Antonio Bueno, Ugo Carrega, Stelio Maria Martini, Magdalo Mussio, Julienne Blaine, Lamberto Pignotti, Luciano Caruso e Adriano Spatola, 6300 Ex Libris di 180 artisti italiani e stranieri e l’esposizione dedicata alla Mail Art.
> Museo di storia della mezzadria
"Sergio Anselmi"
Nel complesso di Santa Maria delle Grazie (di fine ‘400), in un’ala dell’ex convento, con oltre 2000 oggetti esposti, foto storiche e gli scatti di Mario Giacomelli e di Mario Carafoli, dal 1978 documenta la quotidianità di vita e di lavoro contadino nelle campagne marchigiane nella prima metà del Novecento.
> Museo Pio IX - Palazzo Mastai
La famiglia Mastai Ferretti abitò questo sontuoso palazzo fino ai primi anni del XX secolo e proprio qui nacque il 13 maggio del 1792 papa Pio IX. Il salone è di fine '600, decorato con tele del pittore senigalliese Giovanni Anastasi (1654-1705), cassapanche dipinte e preziosi arredi d'epoca, cimeli di famiglia e personali del papa. Degne di nota la Cappella Gentilizia, la Stanza dell’Ametista, la Stanza degli Autografi, la Sala del Medagliere e, ovviamente, la Stanza Natale di Pio IX.
> Pinacoteca diocesana di arte sacra
Ospita numerose opere d’arte sacra, dal ‘500 all'800. La più importante è La Madonna del Rosario e San Domenico di Federico Barocci, ma sono presenti anche opere di Andrea Lilli, Ercole Ramazzani, Giovanni Anastasi e Lucia Canalini Torelli.
> Museo del Giocattolo Antico
Qui è raccolta la vasta collezione Turchi Schiavoni Palazzo Monti Malvezzi, con numerosi e curiosissimi giocattoli d’epoca.
> Castello montefeltresco di Roncitelli (sec. XV)
Roncitelli si trova su una collina a sinistra del fiume Misa, a 7 Km da Senigallia e ha origini molto antiche: già in epoca romana è documentato un insediamento su questo colle e fu poi amministrato dai frati di Fonte Avellana nell'ambito delle Terre di Frattula. Situato su un poggio a 143 metri di altitudine s.l.m., è cinto da mura e ha un'unica porta antica posta all'ingresso. La fortificazione, databile intorno al 1300, già nel 1400 denotava la prima formazione di un borgo medioevale. già in epoca romana. All'epoca i tracciati viari di maggiore rilevanza erano quelli di collegamento con Ripe attraverso il fosso dei prati Baviera. L'altro tracciato era quello verso Cannella, da una parte, e dall'altra verso Scapezzano. II Rinascimento vede un consolidamento dell'edificato nel Borgo.
Nel 1700 il fenomeno urbanistico più rilevante, dopo la costruzione delle mura civiche: l'impianto della contrada di Borgo San Giovanni, con case a schiera molto decorose e di buona fattura, disposte lungo la strada che da Ripe andava a Cannella. In tempi più recenti si verifica un ulteriore espansione dell'edificato che si sviluppa a nord del castello.
È possibile osservare un percorso a tappe, sia lungo il perimetro della cinta muraria, ma anche fuori le mura: all'entrata del paese, sulla destra, si trova la chiesa di Santa Liberata: è la più antica presente nel territorio di Roncitelli. Nel centro del Borgo, sulla piazza principale, si affaccia la centenaria Casa del Popolo, che è probabilmente la prima Casa del Popolo di tutte le Marche. Fuori le mura, la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: un primo nucleo fu costruito alla fine del XV – inizio XVI secolo, ricostruita sotto l'alto patronato di Papa Pio IX che se ne assunse personalmente le spese.
> Castello di Scapezzano
Conserva parte della cinta medievale, mura e torrioni, probabilmente del secolo XIII, con la quattrocentesca Chiesa di S. Giovanni. Tra i castelli di Senigallia, Scapezzano è il più importante: sorge in cima ad un colle a ponente della città, a 166 metri di altezza davanti al mare. Nel territorio si trovano vestigia della Civiltà Picena, nella zona di Monte d'Oro. Resti di epoca romana sono venuti alla luce nei pressi dell'autostrada A14 nella zona di Cesano. In un manoscritto del 1596, del Vescovo di Senigallia Pietro Ridolfi, Scapezzano viene descritto come un “nobile castello, dove amano villeggiare nobili e magistrati”.
> Mostre - Musei Diocesani
Mostre e ingressi gratis ai Musei Diocesani che ospitano la pinacoteca diocesana aperta al pubblico nel maggio del 1992. Trova sede nell’appartamento al piano nobile dell’Episcopio detto “appartamento del Cardinale” per essere stata la residenza dei Cardinali – Vescovi di Senigallia. Ampi saloni finemente decorati custodiscono una collezione d’arte di pregio e valore. Superato lo scalone in stile vanvitelliano, si accede alla pinacoteca attraverso la sala del trono. Da qui è un susseguirsi di opere: tele di F.Barocci, A.Lilli, G.A.Donducci, E.Ramazzani, C.Guerrieri, Palma il Giovane e tanti altri Autori; sono esposti anche preziosi argenti e paramenti riccamente lavorati.
> Curiosità
Dal 1928 al 1957 Senigallia fu sede del più importante circuito di automobili e moto a livello europeo. Tutti i più grandi campioni presero parte a questa manifestazione sportiva, che nel 2020 è stata celebrata con il film documentario "Gli anni folli della velocità" prodotto e scritto da Gabriele Ogiva con la consulenza storica di Elena Turchi.
Nel 1973 Senigallia fu sede di una puntata di “Giochi senza frontiere” programma televisivo prodotto dall'Unione europea di radiodiffusione (UER) e derivato dal programma francese Intervilles, a sua volta ispirato all'italiano Campanile sera, andato in onda dal 1965 al 1982 e dal 1988 al 1999.
Papa Pio IX
Siamo famosi...
siam tutti qua!
Tipicità
Dino Olivieri
Salsiccia matta
Eccellenza della salumeria cittadina, viene prodotta per il periodo natalizio con carni bovine scelte e una percentuale minore di salsiccia di maiale, dadini di lardo, sale pepe e poche spezie. Cotta ed affumicata in particolari forni, può essere servita a freddo come aperitivo o con le lenticchie, oppure ricotta nuovamente nel brodo di Natale con i tortellini.
Salame di frattula
Prodotto nelle frazioni di Scapezzano e Roncitelli, è un salame di grana medio-fine, di colore rosso scuro con frammenti di grasso, aromatizzato con vino rosso e aglio, Timo serpillo e Timo comune e pepe.
Porchetta
Viene preparata con la carne di un maiale intero, svuotato, disossato e condito con sale pepe aglio e finocchio e cotto al forno a legna per 5-8 ore. il suo sapore è esaltato dalla croccantezza della crosta grassa e croccante.
Brodetto alla sinigalliese
La ricetta implica la cottura a fuoco lento di 13 diversi tipi di pesce con del soffritto di cipolla, pomodoro e aceto.
Vini
I vini prodotti nelle colline della città sono il Verdicchio DOC e DOCG, il Bianchello del Metauro e la Lacrima di Morro d'Alba.
Olio di oliva monovarietale di Raggia
Prodotto nelle colline senigalliesi l’Olio Extra Vergine di Oliva Monovarietale Raggia ha un fruttato particolarmente piacevole, mediamente amaro e piccante ed un retrogusto mandorlato. Può essere aromatizzato con: peperoncino, salvia, rosmarino, timo, arancio e limone.
A Senigallia sono presenti i ristoranti stellati Guida Michelin degli chef Moreno Cedroni e Mauro Uliassi.
Arte e Artigianato
I laboratori artistici – artigiani a Senigallia sono numerosi:
- orafi e delle pietre preziose
- cornici
- conservazione e restauro dei mobili antichi
- lavorazione del vetro
- lavorazione del ferro
- lavorazione della ceramica
- decorazione pittorica
- lavoro sartoriale e ricamo tessile
- costruzioni audiophile
- rilegatura e restauro di libri antichi
SPIAGGIA DI VELLUTO
PRO LOCO SENIGALLIA
Mobl: 328 984 9109 (Piergiorgio Moretti)