Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Comitato UNPLI ANCONA
SIROLO
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Sorge giojello sui fianchi del Cònero,
mare e terra doni profusero.
L’alba risplende su l’acqua dorica!
Tra ‘l novo e la memoria storica...
Sirolo
la storia
...E beh! Qui siamo arrivati ad una vera e propria perla: Sirolo si erge a 125 m. a picco sul mare, alle falde del Monte Conero e Cuore della Riviera.
Fiore all’occhiello alcune calette, spiagge riservate (qualcuna raggiungibile solo via mare) quanto suggestive: per chi, da “forestiero” vi ha posato gli occhi la prima volta, il ricordo, indelebile, è ancora, semplicemente, la meraviglia.
Non solo mare, però, contrariamente a quanto credono i più: il territorio si estende fino alla sommità del Monte Conero, passando dalla spiaggia, al borgo antico, ai sentieri boscosi, per raggiungere, in cima, un piccola abbazia dell’XI secolo, meta obbligata per chiunque passi da queste parti anche solo per una tintarella. Non manca un nutrito patrimonio di opere d’arte rinascimentali e architettoniche dal primo medio evo a seguire.
Ah, si! Abbiamo anche l’area archeologica, l’unica dove è possibile visitare una necropoli picena: non ci facciamo mancare nulla…
Come molti comuni delle Marche, ma forse più di altri, Sirolo è una sintesi dei profumi e dei sapori del mare e della terra: le specialità di mare qui, ovviamente, abbondano, ma non fanno difetto piatti di carne e dell’entroterra, che gustati in riva al mare assumono quel gusto particolare che non è merito dello chef. Qui, in tutta la provincia, chi dice di non aver mai fatto le spuntature alla brace o un’abbuffata di porchetta sulla spiaggia di Sirolo è un pubblico mentitore, sappiatelo! Anzi: Sapevatelo!
L’antico borgo fortificato risulta già esistente all’inizio del XII secolo. Nel 1225 viene donato dai conti Cortesi alla città di Ancona, divenendo, grazie alla sua posizione strategica e alle possenti mura, uno dei più importanti e inespugnabili baluardi della Marca Anconitana.
Arte e artigianato:
La cantieristica nautica con l’arte di costruire la tradizionale “Patana”, la tipica imbarcazione da pesca del litorale adriatico marchigiano.
I Negozi di artigianato locale sono situati in Piazza Vittorio Veneto e lungo Corso Italia.
Mercatino dell’artigianato e prodotti tipici, durante il periodo estivo (Luglio e Agosto), 2 volte a settimana.
le Due Sorelle
Eventi
Luoghi da visitare
> Chiesa di San Nicola di Bari
Tra le evidenze più interessanti vi è il campanile, torre medievale di difesa, con accanto la Chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari, edificata nel 1732 su una precedente del 1230. All’interno, tra le altre opere, la “Venuta della Santa Casa di Loreto” di Foschi, un crocifisso ligneo del ‘500, la “Madonna con Bambino e i SS. Giovanni e Giacomo” di Domenico Simonetti e l’antico organo Fedeli del 1723.
> Chiesa del Sacramento
Lungo Corso Italia si ammirano gli ingressi di antichi palazzi nobiliari, la facciata della Chiesa del Sacramento, l’arco medievale di accesso meridionale (XIV secolo) e la chiesa del SS. Rosario (XVI secolo), al cui interno si conserva la Madonna della Misericordia con S. Agostino e S. Nicola di Bari di Pompeo Morgante (1528).
> I Vigoli
Ci si perde poi nei “Vigoli”, originario assetto viario medievale, giungendo al “Torrione” (XIV-XV secolo), unico fortilizio superstite a difesa delle mura. In prossimità si trova il Teatro comunale “Cortesi”, edificato nel 1872. Da non perdere il suggestivo viale di lecci che costeggia la piazza fino alla “Punta”, dal quale la vista può spaziare su tutta la riviera.
> Villa Vetta Marina
Poco lontano dal centro c’è Villa Vetta Marina, ex convento francescano che, secondo la tradizione, fu voluto da San Francesco nel 1215.
> Area archeologica “I Pini”
(VI secolo a.C.). In località “I Pini” di Sirolo è presente l’unica area delle Marche in cui è visitabile un settore di necropoli picena, costituita da tre circoli di cui il più grande (40 m. Ø) relativo alla “Tomba della regina picena di Sirolo”, complesso funerario di una nobile signora picena del VI secolo a.C. . Parte del ricco corredo e i due carri rinvenuti sono esposti nel vicino Antiquarium Statale di Numana.
> Badia di S. Pietro al Conero
In cima al Monte Conero è possibile visitare la Badia di S. Pietro al Conero: tappa obbligatoria quando uscite da Ancona, verso Sud. Da studi svolti, sembra che i romitori siano contemporanei alla Badia di San Pietro, che da un atto del 1037 si può attestare antecedente a tale data, e con tutta probabilità venne edificata nei primi anni del 1000. La sua costruzione è interamente in Pietra del Conero, a tre navate con un abside in fondo a quella centrale. La badia è priva di decorazioni e lascia la sua particolarità coincidere con la sua purezza e il suo bianco. Nel '200 la chiesa fu abbellita di pilastri e capitelli, nei quali furono intarsiati motivi di flora e fauna che richiamano la bellezza circostante del Monte Conero, uniti a figure spaventose tipiche del medioevo.
Per gli amanti della natura:
Un mare cristallino ideale per essere vissuto attraverso lo sport (dal sub alla vela, dal kite-surf al diving); e poi sentieri di scoperta all'interno del Parco del Conero, da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo per godere della natura e fare sport.
> Spiaggia Urbani
Alle pendici del borgo, è facilmente raggiungibile a piedi o con i mezzi. Spiaggia di sabbia e sassolini attrezzata con strutture balneari e ristoranti, delimitata a sud da una grotta, un molo e un’alta rupe a picco sul mare e a nord da uno sperone roccioso.
> San Michele
Completamente immersa nel verde, è raggiungibile attraverso il sentiero che parte dal Parco della Repubblica o con il bus navetta. Spiaggia di ghiaia e rena attrezzata con stabilimenti balneari.
> Sassi Neri
Prende il nome dalle rocce scure del suo fondale.
Si raggiunge esclusivamente a piedi, anche dalla spiaggia di San Michele.
> Spiaggia delle Due Sorelle
Ampia caletta immersa nella natura incontaminata, raggiungibile solo via mare. Chiamata così per i due scogli gemelli che emergono dalle acque cristalline.
Il Trucco
Siamo famosi...
siam tutti qua!
Coppa
La tipica coppa marchigiana (che in altre regioni è chiamata coppa di testa o anche testa in cassetta), fatta con le parti povere della testa di maiale: vengono aromatizzate con aglio, pistacchi, cannella o noce moscata, agrumi grattugiati e a pezzi. L’insaccato vien poi cotto e pressato. Dai profumi molto speziati e molto aromatici. Pare facile, ma serve maestria per farne una delizia.
Porchetta
Si, a Sirolo si fa anche la porchetta classica di maiale. Ma qui, il termine “porchetta” assume un significato molto più ampio, a partire dal coniglio in porchetta e a finire alle raguse. Di cui parliamo poi...
Il Varolo
Altrimenti noto come Spigola, simbolo del paese di Sirolo: se non lo sanno cucinare qui, non so dove...
I Muscioli
O moscioli come dicono in Ancona, le cozze del Conero, tanto per capirci. Ma qui, quando dici “sei una cozza” non è detto che sia un insulto, anzi!
Il musciolo è diverso da tutte le altre cozze: più piccolo, molto saporito, presente solo in questo areale del Conero. Dopo averli assaggiati, forse capirete perché quando ci propongono una verace o una ben più massiccia cozza spagnola (o, peggio, ancora più esotica…) ci viene un’espressione altezzosa ed è difficile trattenere un “verace de che?”
I “Bumbarelli” o Lumache di Mare
Piatto obbligatorio il primo Maggio, ma che nessuno disdegna il resto dell’anno; obbligatorio anche il loro sughetto, che costringe ad inzupparci il pane, con spregio assoluto del Galateo: manovra che forse fa alzare il sopracciglio a Monsignor della Casa, ma vi evita di esser guardati male dal ristoratore e da tutti gli indigeni marchigiani. I Bumbarelli vanno fatti in porchetta: aglio, cipolla, finocchietto selvatico, vino bianco, peperoncino e – in versione rossa – pomodoro. Se il sughetto sopravvive alla scarpetta, è buono pure per condire la pasta.
Le “Crocette”
Anche qui va la preparazione in porchetta ed è altrettanto obbligatorio aggiungere l’aggettivo “’paccate” (cioè, vanno sbeccate all’estremità, ‘sì da poterli ciucciare da ambo le parti!).
Vino
Rosso Conero DOC
Prodotti km0
olio, miele, verdure, lavanda, passate e confetture, zafferano, piante aromatiche e officinali.
Tipicità
Vincisgrassi
Si, anche qui: ve l’avevamo detto che a Sirolo c’è il mare e c’è l’altura, no?
Ciambello’
Dolce semplicissimo della campagna marchigiana: una grossa ciambella con impasto all’uovo, a volte con l’aggiunta di cacao. Immancabile complemento delle visite ai parenti, raggiunge la perfezione appena raffreddata dalla cottura, quando l’interno è ancora umido; ma anche nei giorni successivi, inzuppato nel latte della prima colazione, è più che valida alternativa alle insipide fette biscottate! E non ha bisogno di marmellata: è già perfetto così.
Pizza di formaggio
Da Jesi, la pizza di Pasqua ha invaso tutte le Marche e tutto il calendario. Se assommiamo che a Sirolo ci sono ottimi fornai, il risultato ottimale è garantito.
Pizza Dolce con Canditi
Nota anche come “Pizza dolce di Pasqua”, un tempo era un tipico dolce pasquale delle Marche, a Sirolo si è un po’ destagionalizzata (tanto da togliere il riferimento pasquale dal nome). In sostanza, è un panettone potenziato: impasto con uova, lievito e burro (un tempo si usava lo strutto), canditi e… uvetta, buccia d’arancia, maraschino, o Varnelli, o rosolio; il tutto ricoperto da una glassa cosparsa di zuccherini colorati.
Salame di fico
Dolce della tradizione contadina e non facile da trovare ai giorni nostri (ma si trova, credetemi!): i fichi vengono fatti asciugare, macinati ed impastati con anice, noci e mandorle tritate; si dà poi all’impasto la sagoma della tipica forma a salame, avvolto in foglie di fico e legato con filo di lana. Oggi Presidio Slow Food, è ottimo abbinato a un formaggio non molle, di media stagionatura e a un calice di vino passito. E e se proprio volete fare un salto nel Girone dei Golosi, coperto di cioccolato fuso…
“Sciughetti” di mosto
Dolce della tradizione popolare, di polenta dolce fatta col mosto, farina di mais e noci (ma volendo anche mandorle; originariamente coi semi di zucca).
I Schiughetti (articolo “I” obbligatorio, sempre! In provincia d’Ancona “gli” non sappiamo neanche cosa sia…), come tutte le ricette popolari delle Marche, vanno sempre a occhio: le proporzioni si calcolano al momento, con raffinato scanner oculare geneticamente ereditato.
Le Fette di Mosto
Fette biscottate con impasto simile alle ciambelle di mosto, con semi di anice e mandorle e ovviamente doppia cottura in forno.
Paccasassi
Il critmo, se volete esser tecnici, o finocchio marino, se volete esser più colloquiali: comunque li chiamiate, i paccasassi (se volete parla’ come magnate…) sono una specialità del Conero per un’infinità di ricette, dall’antipasto sfizioso con ciauscolo o mortadella, al contorno, nella tipica crescia sfogliata o per insaporire i primi o i piatti di pesce. Dal gusto deciso e salmastro, con sentori di finocchio, carota e limone, sono inseriti tra le specie protette del Parco del Conero e nel catalogo dell’Arca del Gusto – Slow Food: ne è vietata quindi la raccolta, ma da pochi anni alcuni produttori locali hanno permesso di riassaporarne il gusto, grazie a coltivazioni controllate.
Marmellata di Corbezzolo (o “Cocomero”)
Il corbezzolo è nello stemma della provincia di Ancona: un braccio col gomito – αγκών, in greco – piegato che tiene un ramo di corbezzolo, il κόμαρος: c’à chi sostiene che da lì derivi il nome al Monte Conero (“Monte dei Corbezzoli”, dal greco) e che generi la declinazione dialettale di “Cocomero”, come è chiamato a Sirolo. Ciò è certo, invece, è che qui da un paio di millenni si facciano marmellate di corbezzolo in casa...
Olive in salamoia
Un tempo erano l’immancabile decorazione di tutti i davanzali delle finestre di casa, esposti all’ombra: vasi e vasi di vetro ricolmi di olive nere messe a marinare per 2 o 3 settimane con sale grosso, aglio, finocchio selvatico e scorza d’arancia. Se gustarle subito, saltarle in padella con aggiunte di vostro gradimento, o a contorno di robusti piatti di carne... sta a voi.
Spuntature
Piatto povero tipico della provincia di Ancona, sono le interiora di vitello o di agnello da latte (o anche di maiale, nel qual caso vengono comunemente chiamati ciarimboli). Oggi abbastanza difficili da trovare, se non durante le sagre dedicate, vista la meticolosa preparazione richiesta, una volta era normale trovarli in qualche baracchino ai bordi delle strade.
La madeleine proustiana di noi vecchi marchigiani.
Sanguinacci
Dolce realizzato da un mix di pan grattato, rum, cannella e scorza d’arancio, messo in forma in budello di maiale.
I Bumbarelli
Proloco
Sirolo Riviera del Conero
Via Giulietti, 74
60020 Sirolo
Uff. Info 071 2513264
Mob: 334 1471264