Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Comitato UNPLI ANCONA
Prenota un Tour, una guida
o chiedi info sul territorio,
su cosa vedere o degustare
Eccone un altro di verde colle
Che col Verdicchio disseta le folle
Danno la Serpe e li Cavallucci
filo da torcere a li cantucci
Fonte San Francesco
Staffolo
la storia
Uno degli antichi “Castelli di Jesi” e come tale vocato storicamente alla produzione di Verdicchio: è l’area di produzione più antica e tradizionale, grazie soprattutto alla sua posizione collinare a 360 gradi, che permette esposizioni diverse delle vigne e quindi una grande varietà negli aromi nei suoi Verdicchi.
I reperti archeologici più antichi di Staffolo risalgono agli insediamenti del Paleolitico e alle civiltà picene e umbro-etrusca. In epoca longobarda il villaggio prese il nome di Staffil (dal germanico “Palo” o “Palo di confine”) per la sua posizione di confine.
Le prime apparizioni in documenti di Stafuli compaiono nel 1078 e nel 1150, quando Ugone Cima ne era il Dominus: secondo la tradizione della famiglia Cima, il castello di Staffolo sorse nel 1030 quando, per sfuggire dal saccheggio dei Normanni, Attone Cima si rifugiò nel villaggio di suo possedimento, Staffolo, lo fece cingere da mura e vi pose la sua residenza.
Nei secoli successivi si protrasse la signoria dei Cima, intervallata da periodi in cui Staffolo fu libero Comune.
Nel XIII secolo il paese fu impegnato in numerose battaglie in difesa del suo territorio contro Osimo e Jesi, sotto il cui contado fu sottoposta dal 1251 al 1262 e una seconda volta dal 1294 e il 1297.
Nel 1210 ci fu il passaggio di San Francesco a Staffolo dove con la sua preghiera fece sgorgare un sorgente, tutt’ora esistente. La presenza francescana fu determinante nella storia di Staffolo con l’istituzione di uno dei primi conventi francescani delle Marche (1230).
Nel 1324 Staffolo fu occupato dai fabrianesi e poi subito liberato da Rinaldo di Bagliano Cima che, in un primo momento, fu estromesso dal castello dagli staffolani insofferenti alle dominazioni per poi tornare successivamente come signore fino alla sua morte. Negli anni successivi il paese fu devastato dalla compagnia di ventura di Fra Moriale che uccise e rapì numerosi staffolani. Verso il 1400 Staffolo passò dai Cima a Braccio da Montone, capitano di ventura, poi, alla sua morte, tornò a libero comune.
Successivamente finì nelle vicende legate agli scontri tra Francesco Sforza e la Chiesa e nel XVI sec fu saccheggiato più volte. Nel ‘600 fu stabilmente incluso nello Stato Pontificio come tutti i comuni della Marca. Durante la 2° Guerra Mondiale, a seguito dell’8 settembre, ci furono varie vittime civili a Staffolo, culminando il 29 Luglio 1945, quando le truppe tedesche uccisero 7 civili, da inserirsi in quello che poi verrà chiamato l’Eccidio della Val Musone.
Eventi
Luoghi da visitare
> Centro Storico
Piccolo borgo, ma ricco di palazzi nobiliari e le Chiese di San Francesco e di Sant’Egidio.
> Chiesa di Sant’Egidio
(sec. XII-XIII), contiene numerosi dipinti, la più rilevante il pentittico del Maestro di Staffolo (ca. 1450).
> Chiesa di San Francesco d'Assisi
Chiesa di San Francesco d’Assisi, con il suo convento (ora ospita il Museo parrocchiale), entrambi risalenti al 1330 circa. È uno dei primi insediamenti francescani della regione, uno dei pochi all’interno di una cinta muraria. All’interno opere di Filippo Bellini (1550-1613), Maffeo Verona (1576-1618), Francesco Trevisani (1656-1746) e Giovanni Maspani (fine ‘700).
> Mura Medioevali
Tipico esempio di architettura difensiva in ottimo stato di conservazione, con tratti e forma originali e le due porte di accesso dell’epoca. Nella parte meridionale si erge il Torrione dell’Albornoz (sec. XIV, ma più probabilmente del XVI secolo).
> Chiesa di Santa Maria della Castellaretta
Edificio del 1572, 1 km. fuori dalle mura cittadine. Ampliata nel 1638 per celebrare la sconfitta dei turchi nell’assedio di Vienna, nel 1735 venne adornata con le opere dei pittori jesini Giovanni e Domenico Luigi Valeri.
> Fonte e chiesa di San Francesco alle Crocette presso il fiume Musone
Chiesa eretta nel 1796 come ex voto per le miracolose guarigioni attribuite alle acque della fonte, attorno alla quale è stata costruita a chiesa. Fonte alla quale, secondo la tradizione, S. Francesco e frate Egidio si dissetarono nel 1210, durante il cammino verso Ancona.
> Museo del Vino e dell’Arte Contadina - Enoteca
Realizzato negli scantinati dell’antico ospedale, il museo raccoglie e racconta la tradizione vitivinicola del territorio: torchi, tini, botti, pompe, sgranatrici, dal ‘600 ad oggi. Annesso all’Enoteca cittadina, dove – oltre a gustare i vini – è possibile frequentare laboratori didattici. Aperto su prenotazione. L’edificio ospita anche la Biblioteca cittadina.
> Piazzale dei Martiri
Vi si giunge lungo un viale alberato con i “banghitti” (banchetti), ovvero le panchine che rappresentano un bel punto punto di osservazione panoramico.
> Le Contrade di Campagna
Offrono panorami mozzafiato e sono testimoni della millenaria interazione tra uomo e natura tipica della Marche.
Il Serpe de Staffolo: robba che se magna...
Braccio da Montone
Siamo famosi...
siam tutti qua!
Tipicità
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC
Staffolo è celebre per la sua vocazione vitivinicola: il territorio permette la produzione di vini di grande qualità e anche di grande differenziazione, grazie all’esposizione o meno verso il mare e i vari impasti del terreno. Il prodotto principe è ovviamente il Verdicchio dei Castelli di Jesi, che a Staffolo vanta anche la denominazione “Classico” e “Classico Superiore”. Nel territorio comunale si contano ben 16 produttori che imbottigliano Verdicchio dei Castelli di Jesi e molti di più che lo vendono sfuso.
Vino di Visciola
Vino di “ciliege acide”, per secoli tipico solo della Vallesina, dove la preparazione è più complessa rispetto al visner urbinate. Molte cantine di Staffolo lo producono da coltivazioni locali. In sostanza, ogni cantina ha la sua formula per il vino di visciola.
Olio Extra Vergine di Oliva
Molti i produttori da materie prime locali. Nell’area si coltiva prevalentemente oliva del cultivar Raggia, ma anche altre varietà si possono ritrovare nelle aziende agricole, che offrono una vasta opportunità di degustazione e acquisti.
Dolci
Dolci tipici natalizi sono i cavallucci e il serpe: i primi - da non confondersi con gli omonimi toscani! - sono dolcetti, che con molta fantasia ricordano nella forma un cavallino, preparati con la sapa (mosto ristretto), noci, frutta candita e alchermes; il “Serpe di Staffolo” è invece, come suggerisce il nome, un serpente principalmente fatto di mandorle tostate, con il minimo di impasto necessario a tenerle insieme.
A Carnevale invece è tradizione magiare i castagnoli, i limoncini e la cicerchiata.